Genzini: In che modo ti sei avvicinato al momdo della liuteria?
 
Sartori: Mi sono avvicinato al mondo della liuteria quando ormai avevo superato i quarant’anni. Prima svolgevo un’attività che niente aveva a che fare con la costruzione dei violini. I violini però in casa li ha visti fin da piccolo, essendo mio padre un appassionato violinista. Il primo contatto con questo mondo è avvenuto proprio accompagnando mio padre nella bottega del vicentino Giuseppe Zamberti per l’acquisto di un violino, quando avevo intorno ai 15 anni. L’immagine di quella bottega è ancora viva in me e credo di essermi innamorato di questo lavoro proprio in quella occasione. Poi gli studi e il successivo lavoro mi hanno portato in tutt’altra direzione fino a che le circostanze, il caso e l’esplicito incoraggiamento di mio padre hanno risvegliato in me un sogno che credevo dovesse rimanere tale. A questo punto è cominciata la ricerca di notizie e informazioni che credevo “segrete”, e che invece ho trovato abbondanti in libri, sul web e anche tra maestri liutai, che mi hanno convinto che avrei potuto almeno tentare di imparare a fare il costruttore di violini. Poi, per alcuni anni, ci sono stati solo studio, lavoro e cocciutaggine fino a che ho creduto di essere in grado di proporre i miei strumenti ai potenziali clienti.
 
Genzini: Quali sono stati i momenti salienti della tua crescita professionale e chi ti ha maggiormente influenzato durante questi venti anni di attività?
 
Sartori: Sicuramente un evento che ha contribuito a farmi crescere professionalmente è stato l’aver ricevuto il secondo premio al concorso di Pisogne del 2008 con un violoncello. Questo ha fatto sì che il mio nome potesse essere notato da potenziali clienti stranieri che hanno manifestato l’interesse di conoscere più da vicino i miei lavori, interesse che si è successivamente concretizzato in un rapporto di fiducia che dura tuttora. Non avendo frequentato una scuola e non avendo avuto un maestro mi è difficile dire chi ha maggiormente influenzato il mio lavoro, sono stati moltissimi quelli che mi hanno aiutato, consigliato e insegnato, tutti mi hanno lasciato indubbiamente qualcosa: se ne nominassi alcuni rischierei di tralasciarne altri altrettanto importanti. Lasciami solo dire che nel mio percorso di crescita , che dura tuttora, ho incontrato persone meravigliose e di grande generosità che in moltissimi casi sono diventati amici, e che non finirò mai di ringraziare. Altre volte purtroppo ho trovato porte chiuse e la chiara percezione di essere guardato dall’alto verso il basso, non meritevole di considerazione in quanto liutaio autodidatta; in qualche caso, per scoraggiare potenziali clienti intenzionati a rivolgersi a me per l’acquisto di uno strumento, sono stato descritto come “ex camiciaio”. Questo non lo dico per spirito polemico, ma per dirti che il cammino per me non è stato facile e ho dovuto far fronte anche a questi pregiudizi. 
 
 
 
Genzini: Come si caratterizza la tua attuale produzione e che metodo costruttivo utilizzi?
 
Sartori: Pur avendo appreso anche l’utilizzo della forma esterna prediligo il sistema classico italiano della forma interna. Attualmente prediligo costruire violoncelli su una forma derivata dal Gofriller Schneider modificata nelle dimensioni e nel disegno delle FF. Per i violini mi piace partire dalla forma PG di Stradivari e poi seguire il mio istinto per quanto riguarda le bombature e la forma delle punte, senza cercare di imitare un particolare strumento. In certi casi seguo anche le indicazioni e i gusti del cliente.
 
Genzini: Vernice ad olio o ad alcool, quale ti attrae maggiormente e quale utilizzi?
 
Sartori: Ormai da molti anni ho scelto di usare vernice ad olio principalmente perché il metodo di applicazione è più affine alle mie capacità. I problemi da superare sono stati tanti, e siccome mi piace sperimentare prodotti e pigmenti diversi, ancora oggi qualche difficoltà si presenta. Ma anche per questo è bello fare il liutaio, se tutto fosse facile e filasse tutto liscio sarebbe una noia.
 
Genzini: Per quanto riguarda il suono degli strumenti, come riesci ad ottenere  il meglio?
 
Sartori: Qui mi metti in difficoltà! Non c’è una ricetta che funziona sempre e comunque, ogni strumento ha una storia a sé che si scrive a partire dalla scelta del legno e poi via via durante “ogni” fase della costruzione. Certamente importanza fondamentale è la cura nella realizzazione delle bombature e delle sguscie. Durante la lavorazione delle tavole controllo anche le frequenze dei vari modi, più che altro per tenerne conto e fare un confronto con gli strumenti precedenti, ma senza farmi condizionare dal raggiungere un dato preciso di frequenza. Alla fine la fase di setup dello strumento è sicuramente di importanza fondamentale per ottenere il meglio. Per fare questo è necessario saper suonare molto bene, e quindi io da solo probabilmente non sarei in grado di raggiungere il risultato ottimale. Per questo, per ogni strumento che realizzo, mi faccio aiutare da un caro amico che, essendo un ottimo violinista, mi aiuta a trovare il setup migliore per ogni strumento.
 
 
Genzini: Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
 
Sartori: Sto finendo adesso quello che sarà il mio primo violoncello antichizzato e poi ho in programma un violino ed un altro violoncello. Mi piacerebbe molto fare un violoncello piccolo a 5 corde negli avanzi di tempo, che purtroppo, o per fortuna, non trovo mai. Da quest'anno infine inizierò ad insegnare alla scuola di liuteria di Trento.