Genzini: In che modo ti sei avvicinato al mondo della liuteria?
 
Fabro: Sono nato in Argentina da genitori di origine italiana e ho vissuto a Buenos Aires fino all'età di 21 anni. Nonostante fossi abituato alla vita nella grande metropoli ho avuto la fortuna di avvicinarmi alla natura in giovane età, sono stato boy scout ed ho iniziato da subito ad interessarmi ai vari tipi di legno. A circa 18 anni, ispirato dal Rondò capriccioso suonato da Janine Jansen, ho iniziato a suonare il violino nonostante vivessi in una famiglia in cui la musica si ascoltava raramente. Negli anni successivi ebbi l'opportunità di venire in Italia e decisi di fare tappa a Cremona. Durante il viaggio in treno sentii in modo del tutto casuale il Rondò capriccioso e ne rimasi colpito, il destino volle che nell'albergo dove soggiornai ci fu una musicista nella stanza accanto alla mia che si mise a suonare proprio quel meraviglioso brano. Fu una specie di segno del destino, il giorno successivo visitai Cremona, rimasi affascinato dalla città, dalla sua storia e dalle botteghe di liuteria. Da allora decisi che la mia strada doveva essere quella, volevo diventare liutaio nonostante in Argentina avessi un bel lavoro e stessi studiando ingegneria chimica. Appena arrivato in Italia lavorai tre mesi a Bibbione come cameriere, quando arrivai a Cremona ricordo di aver speso tutti i soldi che avevo recuperato in legno e attrezzature, successivamente mi sono iscritto alla scuola di liuteria e dopo poco ho iniziato una collaborazione con un Maestro cremonese. In questi anni ho imparato ad usare gli attrezzi, mi approccio al lavoro in modo fisico/teorico, dopo aver incorporato i concetti sviluppo la parte pratica. La mia formazione è avvenuta come si faceva un tempo, da subito ho capito che il lavoro in bottega mi permetteva di raggiungere gli obiettivi prefissati. Ho saputo rischiare, di giorno mi dedicavo con passione alla liuteria e alla sera nel weekend mi guadagnavo i soldi per vivere lavorando come cameriere, tutto questo per tre anni.
 
 
Genzini: Quali sono state le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare in questo periodo?
 
Fabro: Sicuramente il fatto di essere arrivato in Italia con pochi soldi. Decisi di vivere da solo senza dividere le spese con altre persone perchè sapevo che poteva essere un grande investimento per arrivare a raggiungere più velocemente i miei obiettivi e per evitare di fare lavori complementari che non volevo fare. Ho un metodo di apprendimento particolare, all'inizio sono lento perchè devo capire esattamente come funzionano le varie fasi poi divento veloce quando ho metabolizzato il tutto, oggi è un piacere lavorare.
 
Genzini: Qual'è la tua idea di liuteria?
 
Fabro: Come ti dicevo, avendo studiato ingegneria, ho sempre avuto l'interesse per la parte strutturale del lavoro, mi affascina l'aspetto legato al "perchè" succedono le cose. Questo approccio mi ha portato da subito a sviluppare un mio particolare stile, per questo posso dire di aver preso piccole cose da vari Maestri. Costruisco sia strumenti moderni che barocchi, amo la liuteria della famiglia Amati. Per i violini utilizzo inoltre forme stradivariane e di Guarneri del Gesù, per le viole vari modelli tra cui uno ispirato alla liuteria del liutaio milanese Giuseppe Ornati di 41 cm e il classico modello presente al Museo del Violino la Stauffer, questo strumento ha dal mio punto di vista un fascino speciale, sono infatti particolarmente attratto dalla sua eleganza. I violoncelli che preferisco sono il classico modello A. Stradivari Gore Booth e un modello Ruggeri che presentano caratteristiche abbastanza diverse tra loro. Tutte le forme che ho sono state personalizzate in modo da poter caratterizzare al meglio il mio lavoro. In questi anni ho avuto l'opportunità di lavorare molto con i musicisti, grazie al continuo confronto sono riuscito a percepire alcuni aspetti che mi hanno permesso di migliorare sensibilmente la resa acustica dei miei strumenti. Questo è uno degli aspetti più importanti di tutta l'attività.
 
Genzini: Mi piace molto la tua vernice, trovo sia trasparente e soprattutto non plastica..
 
Fabro: E' una ricetta che ho sviluppato nel corso del tempo, non è niente di particolarmente difficile, utilizzando coloranti naturali penso di ottenere un bel risultato in termini di vivacità, funziona molto bene in termini di resa acustica.
 
Genzini: A che progetti stai lavorando?
 
Fabro: Sto realizzando una viola per un cliente americano, un violoncello e un violino, sono totalmente concentrato sul lavoro..