Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna e l'onore di intervistare il grande Maestro cremonese Francesco Bissolotti. Ho scelto di lasciare massima libertà all'ottantatreenne liutaio per fare in modo che potesse parlare a "ruota libera" della sua attività iniziata nel 1957 con l'iscrizione alla scuola di liuteria. "Bisso" ha confermato come sempre grande disponibilità e passione, siamo stati insieme per circa due ore e ho potuto registrare gran parte della nostra chiacchierata. Nei giorni successivi ho trascritto le sue parole senza reinterpretarle o modificarle per lasciare inalterata la sua testimonianza. Il linguaggio e' informale, il mio unico compito e' stato quello di inserire la punteggiatura nelle sue pause. Francesco Bissolotti e' considerato uno dei più grandi costruttori di strumenti ad arco in attività, nella sua brillante carriera, iniziata nel 1961, ha realizzato violini, viole e violoncelli per i migliori musicisti al mondo, ha avuto negli anni sessanta un ruolo fondamentale insieme a Gio Batta Morassi nel rilancio della liuteria classica cremonese e della scuola di liuteria Antonio Stradivari. Da sempre e' una persona orgogliosa ed innamorata del proprio lavoro, mi piacciono molto in lui l'entusiasmo, la schiettezza e l'ironia con cui affronta la quotidianità.
Genzini: Mi parli di Cremona negli anni cinquanta, del suo inizio e delle sue iniziali difficoltà.
Bissolotti: Nel 1957 quando mi sono iscritto alla scuola internazionale di liuteria ero già sposato con 2 figli e un terzo in arrivo e per poterla frequentare ho dovuto smettere il mio lavoro di intagliatore.Tutti i giorni da Soresina mi trasferivo a Cremona in treno e tornavo alla sera . Dopo cena fino a mezza notte facevo riparazioni su mobili per poter guadagnare qualcosa. Ho iniziato a 6 anni con il legno frequentando la bottega di uno zio ebanista, mi cimentavo con l'archetto da traforo, facevo dei disegni traforati sul compensato, ero diventato l'acrobata dell'archetto da traforo.Da adolescente,tra i 14 e i 18 anni ho lavorato in una falegnameria a Soresina . In questo periodo ho avuto l'opportunità di collaborare con un bravissimo intagliatore che veniva ad eseguire varie tipologie di intagli sui mobili per questa ditta, Subito mi sono appassionato tanto da iniziare a frequentare una scuola di intaglio a Castelleone. Alla domenica ,quando mi riposavo ,andavo anche a Crema dal professor Doti a scuola di disegno ornato e tecnico per migliorarmi. Tutto questo avveniva prima di iscrivermi a scuola di liuteria, quindi disponevo già un bagaglio di esperienza importante, praticamente erano 18 anni che lavoravo il legno. Infatti, dopo i primi due mesi di scuola avevo costruito il primo violino. Dovevo solo apprendere la tecnica per la costruzione dello strumento. In quel periodo la scuola era frequentata da solo 6 studenti ripartiti in 4 classi.Così che io e il mio amico Emilio Bassi formavamo una classe. Ho avuto come insegnante di fisica acustica e storia degli strumenti la Signora Anna Puccianti,figlia del professor Paolo Puccianti già insegnate di fisica di Enrico Fermi. Veniva da Pisa una volta alla settimana, raggruppavamo le classi per fare in modo che potesse svolgere le sue ore in un unica giornata. All'epoca c'era un solo studente straniero, un signore sessantenne iugoslavo di nome Slocovic. Partivo alle 7,30 in treno da Soresina con la littorina, iniziavamo alle otto fino alle 5 cinque del pomeriggio, tutti i giorni e tranne in qualche occasione in cui le lezioni non erano importantissime ,restavo a casa a lavorare. Dovevo pagare l'affitto, i tempi erano duri. Ho fatto 4 anni di scuola, per essere ammessi bisognava avere la licenza elementare, 3 anni di avviamento, e un ulteriore biennio, siccome io avevo solo la 5 elementare quando mi sono iscritto mi hanno dato tutta la documentazione per sostenere gli esami e in 6 mesi mi sono preparato in modo da poter essere ammesso. Sono stato aiutato, ma nonostante avessi solo la quinta elementare avevo letto molto,sia classici che romanzi e non ero di certo l'ultimo arrivato. Mio padre era capo mandriano e mia madre era una maestra elementare che non ha mai esercitato perchè mio padre gli ha fatto fare un figlio dopo l'altro. Erano due persone di una certa cultura,mio padre aveva una discreta voce da tenore e spesso cantava nei cori durante le opere liriche.Ero il terzo di otto fratelli, 6 maschi e due femmine, adesso siamo rimasti in 4. Studiavo anche il violino privatamente, fu proprio l'insegnante di violino Valerio Boldi a suggerirmi di iscrivermi alla scuola di liuteria, ricordo che mi disse: tu che sia bravissimo nell'intaglio, nell'intarsio, sei ebanista conosci bene il legno e suoni il violino perchè non ti iscrivi alla scuola di liuteria che ha pochissimi alunni così la aiuti a soppravivere. La scuola rischiava seriamente la chiusura se non ci fossero state un minimo di iscrizioni. Ho fatto grandi sacrifici, la scuola mi dava 80 mila lire di borsa di studio all'anno, ovviamente non erano sufficienti per affrontare le spese. Avevo un amico di nome Vairani, che aveva una bottega alimentare, eravamo proprio amici e lui aveva capito che avevo passione e le doti giuste, mi disse, io ti do tutto quello che serve per mantenere la famiglia , un domani quando potrai, mi restituirai quello che adesso ti posso offrire, e piano piano sono riuscito a pagare i miei debiti. Mi ricordo che quando ero andato in comune a Soresina per avere un documento che potesse farmi avere l'abbonamento al treno da Soresina a Cremona, l'impiegata mi disse: ma dove vuoi andare che sei un "bifolco"? alla tua eta' ti metti a studiare che hai già famiglia e sei sempre stato in mezzo alle vacche e ai campi.. io risposi: ma scusi non posso fare quello che mi sento? Io sono sicuro che se inizio qualcosa mi impegno e non lo faccio per barcamenarmi.Questo per dire che invece di trovar gente che ti spronasse a migliorarti tanti invece tentavano di ostacolarti. Io sono un'ariete quando mi fisso su una cosa anche a costo di sbagliare vado fino in fondo. Alla scuola ho avuto dei bravi insegnanti, era una scuola molto seria dove su circa 40 ore di lezione la meta' erano di laboratorio,si faceva molta pratica. Mi sono diplomato a pieni voti.
Seconda parte!
Mi sono diplomato nell'estate del 1961 e l'autunno successivo mi hanno chiesto subito di poter insegnare, perchè iniziavano ad arrivare i primi studenti stranieri. Ho fatto l'insegnante per 22 anni e in quel primo periodo ho avuto la fortuna di incontrare Simone Fernando Sacconi, lui ha restaurato almeno 400 strumenti classici cremonesi,grazie a questa immensa esperienza era riuscito a recuperare il metodo di costruzione degli antichi liutai cremonesi, ricordo che mi disse: "vieni con me nel museo che ti faccio vedere come si costruiva al tempo di Amati e Stradivari, e' da qui che devi partire". Ogni anno Sacconi tornava in Italia e insieme a lui, nei mesi estivi, abbiamo riordinato il museo stradivariano e catalogato tutti i cimeli in esso conservati. Ho avuto così l'opportunità di capire l'importanza del metodo costruttivo chiamato sistema classico cremonese. Ho continuato negli anni la tradizione dei liutai cremonesi dell'epoca classica ed ho sempre seguito con fiducia ed entusiasmo la metodologia costruttiva cremonese. Sono stato tra i primi ad aprire la bottega, da Soresina mi sono trasferito in via Platina, economicamente i tempi erano molto duri, sono rimasto a Cremona per circa un anno, sono tornato a Soresina e dopo poco ho riaperto a Cremona in via Altobello Melone, sono tornato a Soresina e nuovamente a Cremona in via Beltrami. Poi un giorno parlando con mia moglie ricordo di aver detto: "non possiamo continuare ad andare avanti ed indietro, l'unica cosa da fare e ' trasferirsi definitivamente a Cremona", ed infatti abbiamo vissuto per 40 anni in via Milazzo. Dopo essermi trasferito ho riaperto in via Ala Ponzone. Quando Sacconi veniva a Cremona, lavoravamo in quella bottega, successivamente mi sono messo in società con Giorgio Cè. In quegli anni con alcuni miei allievi che utilizzavano il metodo della forma interna abbiamo aperto l'ACLAP, un'associazione con sede in via Boccaccino al numero 2 dove esponevamo gli strumenti, girammo in varie parti d'Europa con una mostra da noi ideata e realizzata dal titolo "Dall'albero al violino".Durante quegli anni ho avuto il sostegno anche del geniale giornalista cremonese Elia Santoro. Le difficoltà erano grandi, per vendere un violino quasi bisognava pagare: "allora mi compri questo violino così ti pago il pranzo o la cena?", la liuteria a Cremona era finita, i cremonesi non sapevano più cosa fosse.Intorno alla fine degli anni 60 la situazione inizio' a migliorare. Cominciarono ad arrivare molti turisti e qualche commerciante americano, era comunque difficile fare affari con questi commercianti, per esempio i primi due violini li ho venduti all'inizio degli anni 60 a 15000 lire l'uno, una miseria. Essi mi dicevano: "io devo farti conoscere negli Stati Uniti, non posso pagarti più di tanto, sono pochi soldi pero' devi deciderti, prendere o lasciare". Io prendevo,anche perchè non ho mai voluto fare il collezionista dei miei strumenti...
Terza parte!
Genzini: Per quale motivo nella sua pluriennale attivita' di liutaio ha utilizzato svariate tipologie di essenze legnose?
Bissolotti: Perchè sono innamorato dei vari tipi di legno, conosco almeno 200 essenze legnose, per esempio: c'è il pioppo cipressino che e' marezzato ed e' molto bello, poi c'è il pioppo nostrano, che non ha marezzatura e' liscio, pero' acusticamente e' molto buono e può essere anche meglio dell'acero marezzato, ma alla fine oltre al suono conta molto anche l'aspetto estetico, io mi sono cimentato con il pioppo, il salice, il platano il mogano, il pero ( nel '700 c'era un liutaio Francesco Ruggeri detto il per ). Carlo Antonio Testore di Milano li ha costruiti anche in faggio, che esteticamente non e' bello ma ha un bel suono. Un musicista che ha sempre manifestato interesse per questo tipo di strumenti è Salvatore Accardo. Quando lavoravo per la Wurlitzer di New York, ( lavoravo per Sacconi il quale era il capo della Wurlitzer), avro' fatto una quarantina di viole, modello Gasparo da Salo' e Testore, ( erano viole di 42 cm ), gli americani non volevano la viola Stradivari, perchè la medicea e' lunga 41,3 e' piccola e stretta, acusticamente non è molto potente, anche se come eleganza è meglio della Gasparo da Salo' e delle Testore. Ad inizio anni '70 ho assistito ad un summit internazionale di circa 200 violisti a Salt Lake City organizzato dal grande William Primrose, durante la mia permanenza nello Utah ho avuto modo di vedere almeno una quindicina di viole Gasparo da Salo'. La più piccola era di 42,5 cm mentre la più grande superava i 43, esteticamente e come qualità del legno erano strumenti un po' grossolani, pero' acusticamente a livello di potenza erano imbattibili. Per la Wurlitzer ne ho fatte una quarantina di queste viole molto grandi, e le Testore le facevo anche in faggio. Ho lavorato molto per gli Stati Uniti fino a 20 anni fa. Adesso io ho 83 anni, mi sento come un vulcano vorrei fare tantissime cose, ho la fantasia e l'entusiasmo di un ragazzo di vent'anni, perchè oltre alla liuteria mi diverto a intarsiare e intagliare piccoli e grandi oggetti tanto che i miei figli mi dicono: "ostrega papa' tutti i buchi che trovi ci metti qualcosa.." io mangio lavoro e dormo.. mi piacerebbe anche sperimentare altri strumenti..