Fin da bambina ho avuto l’opportunità di fruire quotidianamente della musica, mia mamma è diplomata in composizione, mio papà è ricercatore acustico,quindi ne ho sempre respirato sia il lato artistico che scientifico. Ricordo che i miei genitori mi mettevano a giocare sul tappeto guardando opere come Il barbiere di Siviglia, Il flauto magico, Le nozze di Figaro…passavo le ore a riprodurre con i giochi le storie di questi capolavori. Un laser disk (non c’erano ancora i dvd) che, credo, mi abbia fatto avvicinare al violino è stato il video delle Quattro Stagioni di Vivaldi suonate da I Musici in varie ambientazioni di Venezia all’aperto, dal Carnevale, ai canali, a Piazza San Marco… Ho detto credo perché non ho memoria di me che non voglia suonare questo strumento: non c’è stata una genesi definita, ho sempre voluto e basta. Sicuramente Vivaldi ha dato il suo contributo ispirandomi, ma questo mio desiderio non è mai stato forzato da mamma e papà, tanto che mi hanno fatto aspettare fino ai sei anni prima di iniziare. A quattro mi hanno iscritta alla scuola dei Piccoli Cantori di Torino, dove si fanno approcciare i bambini alla musica tramite la voce e il ritmo, partendo quindi dal corpo. Quando poi iniziai le elementari, mi accorsi che nell’edificio era situata l’Associazione Musica Insieme di Grugliasco; supplicai mia madre di iscrivermi… lei mi disse una frase del genere “Guarda che è difficile il violino, non verrà tutto subito”. La mia risposta fu disarmante per una bambina, tanto che me ne stupisco ancora oggi: “Che problema c’è, tanto lo devo fare io, non tu”. Questo è stato l’esordio. Mi sono diplomata a Torino con Silvio Bresso, successivamente ho iniziato il perfezionamento con Yulia Berinskaya alla Milano Music Master School e Salvatore Accardo alla’Accademia Walter Stauffer di Cremona. Da settembre 2016 studierò alla Royal Academy di Londra con Jack Liebeck, quindi la crescita continua. Ogni insegnante mi ha rivelato aspetti della musica da punti di vista diversi, a partire dalla mia prima maestra, Elena Gallafrio che continua ad essere un punto di riferimento per me; adoro il confronto quindi è sempre stato molto stimolante poter avere più esperienze di didattica contemporaneamente. Devo ammettere che ognuno mi ha lasciato un segno, contribuendo a costruire la mia forma mentis per essere una musicista completa e ha creduto in me dandomi bellissime opportunità. Silvio Bresso mi ha seguito negli anni di formazione e ha lasciato che il mio istinto musicale si sviluppasse a pieno senza limiti, per cui sono riuscita a conoscere la mia indole fin da giovanissima. Con Yulia Berinskaya c’è stata una svolta sia a livello tecnico che musicale, mi ha dato una impostazione manuale e di pensiero che mi ha permesso di ottenere molti successi, Salvatore Accardo, il grande Maestro, è riuscito a trasmettermi una serenità impareggiabile sul palco: il suo modo di fare, i suoi consigli, la sua esperienza e il lavoro mirato all’esecuzione tipico della Stauffer hanno aggiunto un altro tassello fondamentale verso il mio professionismo. Una delle esperienze che ricordo con più piacere è stata suonare il concerto di Brahms con l’orchestra: la fatica musicale e fisica più impegnativa della mia vita fin ora, ma anche la più gratificante grazie al graduale e costante lavoro che ho svolto insieme a tutti i miei insegnanti. In questi anni ho avuto l’opportunità di suonare numerosi violini sia contemporanei che antichi. Riguardo al suono degli strumenti non riesco mai ad accontentarmi e sono molto volubile. Parto sempre dal presupposto che il suono lo facciamo noi musicisti prima dello strumento, quindi cerco di avere uno scambio di stimoli con il violino che suono. Non credo di avere un ideale preciso, forse perché non l’ho ancora trovato, mi piacciono gli strumenti con molta personalità, che siano chiari o scuri: l’importante è che siano definiti e pronti come emissione, qualsiasi sia il loro timbro, proprio perché devono esaltare al massimo il pensiero del violinista. Una volta conosciuto uno strumento sarà poi possibile sfruttarlo al massimo e ricevere l’ispirazione verso nuove ricerche timbriche, musicali e tecniche. Ovviamente ci sono parametri basilari come la proiezione che non vanno ignorati. In questo periodo sono molto presa per la ricerca delle borse di studio per il prossimo anno, quindi registrazioni e audizioni. Sono entrata all’Accademia del Teatro alla Scala quindi sono spesso a Milano per le produzioni. E poi c’è la normale attività concertistica, molta musica da camera e duo con la bravissima pianista Eliana Grasso ed infine un concerto solistico con l’orchestra dopo l’estate.