Quali sono stati i tuoi primi passi in ambito musicale e in che modo ti sei avvicinata al violino?
 
Chiunque avesse vissuto nella mia casa sarebbe entrato inevitabilmente a contatto con la musica: mio padre, un grande amatore di quest'arte, usava ascoltare la sera due o tre ore di musica nel salotto. Essendo però anche un grande appassionato di impianti stereofonici, aveva studiato ogni dettaglio per far sì che il suono che usciva dalle sue casse fosse il più simile possibile a quello di un'orchestra reale...e anche il volume lo era! Ricordo infatti che quando iniziava il rito, tutto il resto in casa si fermava; io, invece, vi prendevo parte danzando. Mia madre, insegnante di musica e flautista, mi ha sempre seguita nel mio percorso e nello studio.

Cecilia Cartoceti è una giovane violinista ventenne di Pesaro, allieva di Salvatore Accardo all’Accademia Stauffer di Cremona si perfeziona in musica da camera all’Accademia Nazionale S.Cecilia di Roma; fa parte inoltre dell’organico dei primi violini della Filarmonica Gioachino Rossini di Pesaro.
 
GENZINI: Quali sono state le tue prime esperienze in ambito musicale e cosa ti ha spinto a studiare il violino?
 
CARTOCETI: I miei genitori sono musicisti: mio padre è clarinettista e mia madre è pianista; perciò la musica è sempre stata parte della mia quotidianità: già da piccolissima ascoltavo dischi, ascoltavo i miei genitori studiare e suonare insieme, andavo a sentire concerti o opere a teatro. Mia madre mi ha insegnato i primi elementi della musica, a partire dalle basi del solfeggio; tuttavia ho iniziato a suonare il violino solo a nove anni, abbastanza tardi rispetto alla media, anche se credo che ci sia stato un vantaggio: molti bambini che iniziano presto a suonare, cominciano per gioco e per diversi anni non entrano nella mentalità di uno studio che richiede rigore e impegno. Invece io ho cominciato subito ad affrontare lo studio dello strumento con l’obiettivo di farne la mia professione, quindi con una forte motivazione e di conseguenza grande serietà e disciplina. 

Federica Severini è una giovane violinista di vent'anni, attualmente vive a Napoli dove quest'anno completerà il biennio specialistico in violino al Conservatorio San Pietro a Majella. Si sta perfezionando inoltre presso l'Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma in Violino con Sonig Tchakerian e Musica da Camera con Carlo Fabiano e presso l'Accademia Walter Stauffer di Cremona con il Maestro Salvatore Accardo
 
GENZINI: In che modo ti sei avvicinata alla musica ed in particolare ad uno strumento così affascinante come il violino?
 
SEVERINI: La musica è sempre stata una costante della mia vita sin dalla tenera età. Ricordo come i miei genitori, pur non essendo musicisti, hanno sempre cercato di farmi crescere nell'amore e nel rispetto di quest'Arte. In particolare un ricordo della mia infanzia legato alla musica è quando da piccola a casa sentivo a tutto volume le opere di Mozart, in particolare Il Don Giovanni ed il Flauto magico, di cui il mio nonno materno ,militare, era completamente innamorato.

Fin da bambina ho avuto l’opportunità di fruire quotidianamente della musica, mia mamma è diplomata in composizione, mio papà è ricercatore acustico,quindi ne ho sempre respirato sia il lato artistico che scientifico. Ricordo che i miei genitori mi mettevano a giocare sul tappeto guardando opere come Il barbiere di Siviglia, Il flauto magico, Le nozze di Figaro…passavo le ore a riprodurre con i giochi le storie di questi capolavori. Un laser disk (non c’erano ancora i dvd) che, credo, mi abbia fatto avvicinare al violino è stato il video delle Quattro Stagioni di Vivaldi suonate da I Musici in varie ambientazioni di Venezia all’aperto, dal Carnevale, ai canali, a Piazza San Marco… Ho detto credo perché non ho memoria di me che non voglia suonare questo strumento: non c’è stata una genesi definita, ho sempre voluto e basta. Sicuramente Vivaldi ha dato il suo contributo ispirandomi, ma questo mio desiderio non è mai stato forzato da mamma e papà, tanto che mi hanno fatto aspettare fino ai sei anni prima di iniziare.

Ho conosciuto Maurizio Tadioli nel dicembre del 2011 in occasione di una prova acustica ad un suo violino. Maurizio ha sempre dimostrato una particolare attenzione all'aspetto acustico degli strumenti, è stato un vero piacere parlare di liuteria con lui, ecco la sintesi della nostra conversazione:
 

Il Maestro Matteo Fedeli, violinista di fama internazionale, ha appositamente studiato, ideato e creato un’opportunità dedicata ai giovani musicisti, alle promesse del violinismo internazionale ed ai talentuosi interpreti. Tutto ciò permetterà un vero e significativo supporto allo sviluppo e al sostegno della tradizione musicale italiana e ai giovani talenti emergenti. Uno Stradivari per i Giovani è parte integrante delle attività che il Maestro Fedeli realizza in qualità di rappresentante diplomatico per la Cultura italiana negli Stati Uniti, con l’obiettivo di incrementare e consolidare i rapporti internazionali di interscambio. La Masterclass è dedicata a giovani studenti di viola e violino delle scuole musicali, dei conservatori ma anche a neo diplomati e a tutti coloro i quali desiderino perfezionare il proprio repertorio concertistico. Un piano di studio basato sui brani scelti dai partecipanti per costruire insieme un percorso di formazione e miglioramento della tecnica personale e della prassi interpretativa. Tutte le informazioni sono visibile al seguente link: http://www.unostradivariperlagente.com/uploads/1/0/5/3/10539688/master_pdf_.pdf
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Il Quartetto d’archi “Caprice”, nasce nel 2010 ed è composto da musicisti che si sono conosciuti all’interno di varie realtà musicali organizzate dalla regione Veneto. Si esibisce principalmente nella provincia di Verona, città natale del quartetto tenendo concerti in tutta Italia. I singoli componenti: Andrea Testa, Silvia Bisin, Eva Impellizzeri e Giordano Pegoraro svolgono un’intensa attività concertistica in prestigiose formazioni musicali italiane e hanno conseguito numerosi premi e riconoscimenti in concorsi e rassegne in Italia e all’estero. f

Genzini: Come ti sei avvicinato alla musica ed in particolare ad uno strumento così affascinante come il violino?
 
De Lorenzi: Nella mia famiglia nessuno era musicista, mi sono avvicinato alla musica perché mio padre, che di professione faceva il Neurologo, era un grande appassionato e conoscitore di musica classica. Si ascoltava dunque molta musica e fin da piccolo assistevo ai concerti della stagione concertistica del Teatro Ponchielli di Cremona, con diverse puntate al Teatro alla Scala e una incursione al Festival di Salisburgo dove all’età di nove anni ebbi la fortuna di vedere Karajan dirigere. All’età di dieci anni sono arrivato a conoscere un vasto repertorio di musica sia cameristica che sinfonica e operistica. Mi sono avvicinato al violino quasi per caso: a otto anni decisi di studiare uno strumento e in prima battuta pensai di cominciare col pianoforte, ma nella Scuola Civica “Monteverdi” di Cremona non c’erano posti allora mi “dirottarono” sul violino. La scelta fu senza dubbio azzeccata anche se non ho mai abbandonato il pianoforte che studio ancora adesso.

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Philippe Devanneaux - Liutaio

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